Simbolo di Modica, la più antica fabbrica di cioccolato di Sicilia ancora in attività e una delle più antiche d’Italia, Bonajuto produce artigianalmente il suo cioccolato da 6 generazioni.
Il pittoresco vicolo dove si trova la Dolceria, a pochi passi dalla celebre Cattadrale barocca, è forse la via più trafficata dai golosi di tutto il mondo. E considerato che il “fattojo di cioccolata” è rimasto pressoché immutato e nello stesso posto da 150 anni, questa affermazione potrebbe anche non discostarsi molto dalla realtà.
La storia del rinomato cioccolato di Modica inizia nella seconda metà del ‘700 quando si stabilisce in città, allora parte del Regno di Sicilia, il notaio Vincenzo Bonajuto, poi divenuto Procuratore della Contea presso la corte palermitana.
L’Antica Dolceria Bonajuto è ambasciatrice della cultura gastronomica siciliana nel mondo: un racconto e una visione imprenditoriale ma soprattutto una straordinaria avventura umana.
La sua scomparsa prematura spingerà il figlio Francesco Ignazio ad investire il capitale ereditato in diverse attività commerciali, tra cui un’aromateria, una merceria e una gelateria-sorbetteria dotata di “fattojo del ciccolatte”, un “frantoio” con cui dalle fave di cacao si produceva il prodotto finito. Nel 1854, il fattojo viene ereditato dal figlio Federico che si concentrerà sulle attività di cioccolatiere e gelatiere.
E’ Francesco Bonajuto, quarta generazione della famiglia, che darà una prima grande svolta all’attività: nel 1880 fonda la ditta “F. Bonajuto” creando, a fianco dello storico laboratorio di produzione dolciaria di Corso Umberto I, un elegante caffè che ben presto diventerà punto di riferimento della vita cittadina. Spinto dalle grandi doti manageriali e comunicative, “Don Ciccio” amplia anche l’offerta produttiva, investe nella formazione del personale, e acquista spazi pubblicitari sulle testate locali, tanto da vincere la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale Agricola Industriale di Roma nel 1911.
Alla sua morte, è la moglie Carmela Di Martino a prendere il controllo dell’azienda insieme a Carmelo Ruta, fidanzato della figlia adottiva Rosa, sino agli anni ’90 quando il figlio Franco (a cui, dopo la sua prematura scomparsa, è stato intitolato il vicolo in cui si trova la Dolceria) e il nipote Pierpaolo subentrano nella gestione della Dolceria avviando un processo di recupero del “cioccolato a freddo”. Questo metodo di lavorazione sembrava, infatti, destinato a scomparire in quanto con la Rivoluzione Industriale erano divenuti popolari nuovi processi quali il concaggio e il temperaggio (per rendere i cristalli e le particelle di cioccolato più fini possibili) che ne mutarono gusto e consistenza.
La lavorazione a freddo del cacao è la diretta discendente di quella utilizzata dalle popolazioni mesoamericane e diffusa in Europa attraverso i “conquistadores” spagnoli nel XVI secolo. Ad una temperatura compresa tra i 45 e i 50 gradi, la massa di cacao viene unita allo zucchero in modo che quest’ultimo non si sciolga e rimanga sotto forma di cristalli, dando al cioccolato un caratteristico aspetto “rough”.
In omaggio alla tradizione, alla storica Dolceria di Corso Umberto I si trovano ancora le tavolette delle prime ricette create da Bonajuto, il cioccolato alla cannella e quello alla vaniglia, che vinse l’Esposizione internazionale del 1911, oltre a tante altre originali delizie come il Cioccolato Salinae, con il sale delle saline di Mozia, oppure il Cioccolato al Latte d’Asina.
Oltre alle tavolette di cioccolato, qui si possono trovare tanti altri dolci tipici come i cannoli, le cassatine e i biscotti alle mandorle, prodotti ogni giorno freschi e guarniti uno per uno a mano nel laboratorio. Imperdibile la cioccolata in tazza, a base acqua, realizzata con Xicara, un preparato messo a punto insieme allo Chef Vincenzo Candiano con zucchero, massa di cacao e farina di semi di carrube che si beve, calda in inverno e fredda in estate, come da rito nei piccoli tavolini antistanti la Dolceria.
Mentre per una full experience nel mondo del cioccolato Bonajuto, potete prenotare una visita con degustazione all’adiacente Fattojo Bonajuto dove è possibile assistere alla lavorazione Bean To Bar, dai semi di cacao, scelti tra i migliori al mondo, alla tavoletta.
Dal 2018 la denominazione “Cioccolato di Modica” è esclusivamente riservata al prodotto IGP; Antica Dolceria Bonajuto ha deciso di non aderire al disciplinare – principalmente per tener fede con rigore alle antiche ricette che non contemplavano aromi aggiunti, se non cannella e vaniglia, o la possibilità di temperare il cioccolato – e pertanto il suo prodotto non può più essere definito “di Modica”.
Il segreto
Nel 1992 a Modica c’erano solo 3 artigiani che producevano il cioccolato come da tradizione: Carmelo Ruta, genero di Francesco Bonajuto e altri due pasticcieri che avevano appreso i fondamenti dell’arte dolciaria lavorando a bottega proprio dai Bonajuto.
Info utili
Antica Dolceria Bonajuto
Corso Umberto I, 159
97015 Modica, Ragusa
Tel. +39 0932 941225
